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Una Moglie Bellissima

Qui cb01 ci ha sorpreso tutti... Battuto in sala nel primo week-end da Natale in Crociera di Neri Parenti (forse a causa di una distribuzione penalizzante per numero di copie), Una moglie bellissima di Leonardo Pieraccioni ha comunque onorato le attese del proprio pubblico, con un piccolo tocco di originalita. Mariano (Leonardo Pieraccioni) e un fruttivendolo bonaccione felicemente sposato con la bellissima Miranda (Laura Torrisi), i due sono affiatati e inseparabili. Vivono ad Anghiari, in provincia di Arezzo, dove sono conosciuti ed amati da tutti. Il 'ciclone' che sconvolge la loro vita arriva quando un fotografo della rivista Beautiful Life! (Gabriel Garko) immortala l'avvenenza della giovane e le propone di fare una calendario. Mariano si ritrova cosi catapultato sotto il sole delle Seychelles, mentre la moglie esibisce le sue grazie e la crisi matrimoniale e in agguato. Il Pieraccioni cinematografico pare guarito dalla sindrome di Peter Pan (ora e un uomo sposato che sogna di allargare la propria famiglia) ma non da quel sottotesto misogino tipico del suo percorso: l'esordiente Laura Torrisi, ex Grande Fratello 6, debutta perche notata dal regista in una pubblicita di costumi da bagno. Che il nostro fiorentino amasse esibire attraenti figliole non e segreto, anzi e ormai marchio di fabbrica, e che la Torrisi sia una sirena dalla bellezza mozzafiato e dal posteriore scultoreo e stato ben svelato nei minimi dettagli di inquadratura. Pero forse Pieraccioni non si e accorto che la sua coprotagonista e anche bravina: forte del piglio toscano e dello sguardo intenso ha sostenuto bene una parte sceneggiata male dal regista e da Giovanni Veronesi, visibilmente relegata a battute essenziali che non la facessero sembrare un soprammobile, la poverina passa da fruttivendola a velina fedifraga con una lacrima di plastica, senza un'ombra di struggimento. Possibile che due vecchie volpi del nostro cinema non siano riuscite a partorire una parte femminile con qualcosa in piu del solito push up e delle solite ciglia finte alla Lollobrigida? Improponibile la recitazione di Gabriel Garko, bello e paralizzato, impostato come in una recita scolastica e troppo principiante persino per la fiction televisiva, farebbe meglio a posare per i fotoromanzi anziche abbassare il livello del nostro cinema. Questa parabola del perdono in salsa bucolica, con un accenno polemico alle tante assurdita della politica italiana, si conclude nel migliore dei modi e la buona commedia toscana e comunque assicurata, Pieraccioni il suo lavoro lo sa fare ed e difficile stancarsi delle assolate e sonnacchiose provincie dei suoi film, dove non mancano mai un campo di girasoli e i buffi messaggi di un personaggio senza volto (ne Il ciclone, 1996 era il contadino Gino, qui e la vicina di casa innamorata di Mariano). Le sue estati girate con garbo e prive di volgarita vengono sempre premiate dal pubblico, che lo sceglie con fiducia quando cerca un po' di simpatia e lo gratifica in sala con 'l'effetto ridarella': succede con i bravi comici italiani, che gli spettatori ridano in ogni caso, per abitudine ad una maschera comica che strappa ilarita assicurate con una smorfia impercettibile, con una parolina messa giu alla sua maniera, anche quando non ci sarebbe nulla da ridere. Confermate l'attitudine corale e la compagnia fissa di attori-amici, in primis Massimo Ceccherini e Rocco Papaleo, impreziosito il tutto con un cammeo di Francesco Guccini (il secondo dopo Ti amo in tutte le lingue del mondo, 2005), Una moglie bellissima regala anche momenti di ingenua poesia con una canzone per il parroco che ha perduto la fede ed il musical di paese piu maccheronico della storia del cinema.

Cuore Sacro

Una Londra plumbea descritta in modo surreale da nuovolink.com, grigia, deprimente, sotteranea, sommersa, fatta di sobborghi e di immigrati clandestini abituati a lavorare in nero, a essere sfruttati e a vivere nell'ombra, che non ha nulla in comune con la Londra glamour che tutti siamo soliti immaginare. E la Londra rappresentata da Frears in "Piccoli affari sporchi", la Londra di Okwe (Chiwetel Ejiofor), medico nigeriano che si arrangia facendo l'autista di taxi di giorno e il receptionist di un lussuoso albergo di notte; di Senay (Audrey Tautou), giovane turca che lo ospita nel suo piccolo appartamento e fa le pulizie nello stesso hotel; di Guo Yi, cinese che lavora nell'inceneritore di un obitorio e con il quale Okwe gioca a scacchi; di Juliette, prostituta nera e di Ivan, portiere di notte russo. Il film e la storia di culture lontane, dissonanti, di personaggi invisibili legati tra loro da sentimenti di amicizia e solidarieta e dalla condivisione di un sogno, come quello di Senay di andare a vivere a New York dove sugli alberi ci sono le luci e i poliziotti vanno su cavalli bianchi. Il ritrovamento, da parte di Owke, di un cuore umano nel bagno di una delle camere d'albergo, e la successiva scoperta di un crudele traffico di organi gestito dal responsabile dell'albergo (Sergi Lopez), fa virare la pellicola verso il thriller. Cosi, senza contraddizioni ne forzature, il risultato c un riuscito mix di generi e l'intreccio si dipana a cavallo tra il giallo e la commedia, il thriller e la denuncia sociale. Ben costruito e ben girato, originale, divertente e stimolante, attento alla psicologia di tutti i personaggi e interpretato da un ottimo cast, "Piccoli affari sporchi" e certamente un film da vedere, nella speranza che prima o poi "quelli che non si vedono" - cosi Owke nella parte finale del film definisce se stesso e le sue due amiche Senay e Juliette - escano dall'ombra in cui noi tutti li releghiamo.